Siamo in un momento politico molto particolare per il nostro Paese, ma anche per il contesto internazionale, con nuovi soggetti che vanno affermandosi, su cui si addensano nubi inquietanti, dove con troppa superficialità si parla e si compiono azioni di guerra e dove ancora troppa violenza quotidiana strappa la vita a migliaia di persone.
In questo quadro preoccupante la nostra Italia, da troppi anni ormai sballottata e scossa da un mix di politica gridata e comunicazione totalizzante, dove l’avvento della globalizzazione ha cambiato nel profondo i tratti, i modelli culturali e sociali del paese ma anche le relazioni interpersonali, quelle della vita quotidiana delle persone. Si è svilito il ruolo della politica, insultata, ridicolizzata, banalizzata. Con indubbie responsabilità gravi degli attori in gioco, ma anche con l’incoscienza di credere che della politica si potesse fare a meno.
È un’idea di società che non ci piace, che non è la nostra: una società frammentata e atomizzata, in cui l’IO ha prevalso sul NOI, in cui si è lasciato più spazio alla contrapposizione e poco alla sintesi. Ciò è avvenuto in tutti i campi. Io contro gli altri: prima il nord contro il sud; poi il nord contro Roma ladrona; giovani contro gli anziani (pensioni, posti di lavoro); i periferici contro i radical chic; il popolo contro le élite; italiani contro gli immigrati.
Ma la politica va riscoperta e va anche ripensata: non ci piacciono le semplificazione del leaderismo, della continua polarizzazione, della politica twittata o dell’autoreferenzialità: tutto si consuma in fretta, in chiacchiere e risse continue, senza spessore e senza memori. Diciamocelo sinceramente: una politica così ha allontanato tanti. Per noi è tempo di muoverci! Per questo abbiamo dato vita a DEMOS, Democrazia Solidale #pensasolidale