Convegno sul disagio giovanile: intervento di Nora Malkaoui
Sono una studentessa universitaria al quarto anno di giurisprudenza, figlia di immigrati e volontaria per la Comunità di Sant’Egidio.
Sono nata nel 2001 a Sant’Andrea, un quartiere non lontano da qui caratterizzato da una forte presenza di famiglie straniere, tra cui la mia.
Sant’Andrea è uno dei quartieri popolari di Novara, conosciuto dalla maggioranza per i fatti di cronaca, però è anche il confine geografico, il villaggio, che ha contribuito alla formazione della mia persona.
Sant’Andrea, come quartiere, con tutte le sue criticità, poteva esser un elemento disturbante per la mia crescita e la formazione della mia persona, ma invece è stato il locus in cui ho trovato la determinazione di diventare la studentessa determinata che sono oggi.
La mia famiglia è sempre stata molto incoraggiante per quanto riguarda le mie decisioni, soprattutto dal punto di vista scolastico e accademico, ma guardandomi indietro non credo che sia stato l’unico fattore ad avermi spinta a continuare gli studi.
Il luogo in cui nasciamo e il contesto in cui nasciamo, per quanto incisivi, non sono gli unici elementi che arrivano a determinare la persona che siamo.
Ci sono tanti altri fattori che influenzano le nostre decisioni: per me e per molti altri miei coetanei un fattore che ci ha aiutato a trovare la nostra identità è stato il volontariato.
Ho iniziato a fare volontariato molto presto e da sempre sono all’ambiente della comunità di Sant’Egidio: questa realtà, nel corso degli anni, mi ha aiutato a capire presto quali fossero i valori che davvero avrei voluto coltivare e incarnare da grande.
Sin da bambina ho frequentato la Scuola della Pace, uno spazio in cui i bambini delle elementari e gli adolescenti delle medie possono, non solo essere aiutati nei compiti, ma anche crescere affiancati da tanti giovani, mossi da ideali di Pace, Solidarietà e Amicizia. E’ uno spazio magico in cui i bambini del quartiere possono sì essere affiancati nello studio, ma ancora più importante è il fatto che possano venire a contatto con “sorelle e fratelli maggiori” che davvero diventano dei punti di riferimento.
In questo contesto ho trovato tante persone che mi hanno ispirato e che mi hanno guidato nella mia formazione personale, guidato anche indirettamente attraverso la trasparenza delle loro intenzioni e dei loro caratteri.
Oggi alla Scuola della Pace mi ritrovo ad essere dall’altro lato: Io e i miei compagni ci ritroviamo a ricoprire una posizione importante agli occhi dei bambini e degli adolescenti che aiutiamo e mai più di ora capisco l’importanza del ruolo che ricopriamo.
Non ho dati statistici né percentuali alla mano, ma dalla mia esperienza posso dire che davvero stiamo facendo la differenza nella vita di tanti bambini e di tante famiglie: mai come in questi ultimi anni le difficoltà nello studio stanno diventando uno scoglio importante sia per le famiglie che per i docenti che si ritrovano ad affrontare situazioni di difficile risoluzione, tanti sono gli studenti che decidono di non proseguire più negli studi, affranti da un’erronea percezione di non essere in grado o attratti da percorsi ben più semplicistici ma meno gratificanti. Tanti sono i giovani che si chiudono in loro stessi e che non riescono a trovare una motivazione per andare avanti o qualcosa che li possa appassionare.
Con il tempo e le energie che dedichiamo al volontariato speriamo di contrastare questi fenomeni, di mostrare ai più piccoli che hanno un supporto e delle persone che credono nel loro potenziale, che nonostante le difficoltà gli obiettivi possono essere raggiunti e che nel percorso è anche possibile avere un impatto positivo nella vita di chi ne ha bisogno.
A volte mi chiedo come potrebbe essere la mia vita se non avessi mai messo piedi alla Scuola della Pace, tanti potrebbero essere gli scenari ma quello che sto vivendo ora è sicuramente migliore di tanti altri: sento di essere un buon esempio per le ragazze delle medie che seguo nei compiti, un giorno spero di vederle continuare nel loro percorso scolastico, e soprattutto sono circondata da persone con cui condivido valori e la consapevolezza di star facendo del bene.
Avere una rete aggiuntiva che ti guidi negli anni in cui sei più in balia di emozioni, cambiamenti e decisioni da prendere, è un aiuto inestimabile.
Per questo colgo questa occasione, e ringrazio Piergiacomo Baroni per l’invito, anche per incoraggiare chi potrebbe farlo a aiutare qualsiasi realtà che punta su noi giovani.
Soprattutto nei quartieri più difficili, bisogna creare degli spazi in cui i giovani possano confrontarsi tra loro, in cui possano essere messi in contatto con i più fragili per comprendere quale possa essere il loro impatto nella società attuale e per trovare uno scopo ultimo.