Intervista a Piergiacomo Baroni sugli imminenti sgomberi a Novara
La Stampa pubblica nell’edizione del 23 agosto 2023 una intervista di
Claudio Bressani
a
Piergiacomo Baroni
sullo sgombero forzato degli abitanti delle case popolari della zona di Sant’Agabio a Novara.
«Non si può gestire una situazione come questa rifiutando il dialogo con le persone coinvolte. Cinque mesi fa, l’8 marzo, hanno firmato una lettera inviata a Comune, prefettura e Atc. Chiedevano un incontro per esaminare la loro situazione. Non hanno avuto alcun riscontro». Piergiacomo Baroni, consigliere di minoranza di Insieme per Novara, più di ogni altro si è interessato alla situazione degli abusivi delle case via Bonola, Pianca e della Riotta, che dovranno essere demolite per realizzare un nuovo quartiere con 13,3 milioni di fondi Pnrr.
Cosa sta accadendo?
«Stamattina (ieri, ndr) quattro o cinque di loro mi hanno chiamato per riferire che erano stati là i vigili. Hanno annunciato che nei prossimi giorni saranno interrotte le forniture di acqua e luce e che entro lunedì devono andare via. Ma nessuno ha mai detto loro dove. Hanno solo letto sui giornali che le mamme con bambini saranno collocate in comunità. Ma dove? A Novara non ci sono tutti questi posti. Ci sono donne che lavorano: se le mandano fuori città, magari anche lontano, perderanno il posto. E i bambini che vanno a scuola? Così si sradica tutto».
Lei di professione è assistente sociale. Come bisognava agire?
«Si fa come a Roma o a Torino, parlando con le persone e concordando un percorso. Si può anche fare uno sgombero, ma bisogna organizzarlo. Ad esempio: dove mettono la loro roba? Con queste persone non ha mai parlato nessuno e un progetto assistenziale non si fa senza sentire le persone. È un atteggiamento di un nazismo assoluto, lo dirò al prefetto. Io poi non sono d’accordo a spaccare le famiglie, le mamme e i bambini in comunitàe i padri al dormitorio. Si poteva fare un co-housing, prendere un residence. La verità è che non vogliono ammettere che queste personehanno diritto non a una casa popolare ma a un posto dove vivere».
Che si fa ora?
«Domani pomeriggio andranno tutti all’ufficio servizi sociali per cercare quel confronto che finora non hanno avuto. Sono due anni che pongo il problema di quelle palazzine in Consiglio, ma si è sempre preferito rinviare e adesso siamo arrivati al punto che non c’è più tempo. Togliere acqua e luce, con questo caldo, è una cattiveria inutile: fai pagare anche ai bambini le colpe dei genitori. Sono abusivi, hanno commesso un reato e per questo saranno processati, ma non si può punirli per altre vie. Del resto a me il prefetto ha detto chiaramente che non autorizzerà l’intervento della forza pubblica se non ci sarà una soluzione pronta».
Cosa sta accadendo?
«Stamattina (ieri, ndr) quattro o cinque di loro mi hanno chiamato per riferire che erano stati là i vigili. Hanno annunciato che nei prossimi giorni saranno interrotte le forniture di acqua e luce e che entro lunedì devono andare via. Ma nessuno ha mai detto loro dove. Hanno solo letto sui giornali che le mamme con bambini saranno collocate in comunità. Ma dove? A Novara non ci sono tutti questi posti. Ci sono donne che lavorano: se le mandano fuori città, magari anche lontano, perderanno il posto. E i bambini che vanno a scuola? Così si sradica tutto».
Lei di professione è assistente sociale. Come bisognava agire?
«Si fa come a Roma o a Torino, parlando con le persone e concordando un percorso. Si può anche fare uno sgombero, ma bisogna organizzarlo. Ad esempio: dove mettono la loro roba? Con queste persone non ha mai parlato nessuno e un progetto assistenziale non si fa senza sentire le persone. È un atteggiamento di un nazismo assoluto, lo dirò al prefetto. Io poi non sono d’accordo a spaccare le famiglie, le mamme e i bambini in comunitàe i padri al dormitorio. Si poteva fare un co-housing, prendere un residence. La verità è che non vogliono ammettere che queste personehanno diritto non a una casa popolare ma a un posto dove vivere».
Che si fa ora?
«Domani pomeriggio andranno tutti all’ufficio servizi sociali per cercare quel confronto che finora non hanno avuto. Sono due anni che pongo il problema di quelle palazzine in Consiglio, ma si è sempre preferito rinviare e adesso siamo arrivati al punto che non c’è più tempo. Togliere acqua e luce, con questo caldo, è una cattiveria inutile: fai pagare anche ai bambini le colpe dei genitori. Sono abusivi, hanno commesso un reato e per questo saranno processati, ma non si può punirli per altre vie. Del resto a me il prefetto ha detto chiaramente che non autorizzerà l’intervento della forza pubblica se non ci sarà una soluzione pronta».