Quali prospettive sulle politiche sociali per le persone senza dimora?
Torino, 27 maggio 2023
Comunicato Stampa
Venerdì 26 maggio ore 18.00 – Tavola Rotonda
Dall’emergenza alla programmazione.
Quali prospettive sulle politiche sociali per le persone senza dimora?
Sala delle Colonne, Piazza Palazzo di Città 1
Partecipano alla Tavola Rotonda
- BARBARA FUNARI – Assessore alle Politiche Sociali e alla salute del comune di Roma
- JACOPO ROSATELLI –Assessore al welfare, diritti e apri opportunità della città di Torino
- ELENA APOLLONIO – Presidente della Commissione Diritti e Pari Opportunità della città di Torino
- VINCENZO CAMARDA – Presidente della Commissione Sanità e servizi sociali della città di Torino
Modera LINDA SENFETT – Direttivo nazionale Demos
DemoS- Democrazia Solidale Piemonte organizza una Tavola Rotonda per un
confronto sulle politiche di Roma e Torino sulle politiche sociali per le
persone senza dimora.
Le ultime statistiche stimano che i poveri in Italia siano oltre 5 milioni, circa il 9,4% della popolazione. Di questi, oltre 96.000 mila sono senza dimora. A Torino il numero dei senza dimora nel 2022 era di 2500 persone. Si tratta di un numero destinato a salire, che considera le sole persone iscritte all’anagrafe che sono conosciute dai servizi, ma a questi numeri occorre aggiungere i tanti invisibili che si aggirano per la città senza documenti e che non si rivolgono ai servizi.
Guardare oltre i numeri e vuole dire guardare alle persone; ogni povertà infatti è diversa dall’altra, è multidimensionale e complessa, e soprattutto ogni povertà è collegata ad un’altra: abitativa, sanitaria, relazionale ed educativa. Abbandono, violenze, relazioni interpersonali basate sulla sfiducia, problemi di salute mentale, abuso di sostanze psicotrope o alcooliche, mancanza di lavoro e disaffiliazione sociale, rappresentano le cause principali che portano a vivere in strada.
Proprio per questo oltre a cercare soluzioni che tendono a creare forme di sostegno tramite l’attivazione di servizi, diretti a soddisfare i bisogni immediati e più urgenti occorre lavorare anche e soprattutto su progetti a lungo termine e sull’eliminazione delle cause scatenanti il vivere in strada.
L’accoglienza emergenziale risponde ad esigenze temporanee ma deve prevedere una serie di elementi fondamentali utili a non contribuire alla cronicizzazione della condizione di emarginazione sociale. Tanto più che non si può più parlare di emergenza e piani emergenziali, riferendosi solo ai mesi più freddi. Un dato significativo: nel 2022 le morti nei mesi estivi sono state 109 a fronte di 86 nei mesi invernali.
L’approccio da privilegiare è dunque quello globale e multidimensionale, capace di unire i servizi di urgenza con l’integrazione sociale e la prevenzione del fenomeno, in grado di comprendere integrazione abitativa, sanitaria, sociale, occupazionale, formativa ed educativa.
Per questo invitiamo la politica, le associazioni, i cittadini ad un dialogo e ad un confronto che ha l’ambizione di gettare le basi per una riflessione che porti alla ricerca di soluzioni che prevedano un approccio nuovo e multidimensionale, mirato a risolvere il problema e non solo a gestire l’emergenza.
Risulta allora fondamentale programmare dei percorsi di uscita dalla povertà estrema e dall’emarginazione, in un continuum che comprenda la riduzione del danno, la bassa soglia, l’accoglienza temporanea, fino a momenti più strutturati, come gruppi di appartamento, comunità alloggio, percorsi di autonomia.
Occorre collegare i Servizi di bassa soglia con quelli di livello più alto, in un approccio multidimensionale e multidisciplinare, mettendo in rete un modello organizzativo flessibile, modulare e personalizzato, che veda coinvolti le istituzioni, il mondo del terzo settore, le associazioni di volontariato e gli stessi beneficiari dei servizi al fine di renderli protagonisti e promotori loro stessi di senso e di futuro.
DemoS Democrazia Solidale Piemonte .
Le ultime statistiche stimano che i poveri in Italia siano oltre 5 milioni, circa il 9,4% della popolazione. Di questi, oltre 96.000 mila sono senza dimora. A Torino il numero dei senza dimora nel 2022 era di 2500 persone. Si tratta di un numero destinato a salire, che considera le sole persone iscritte all’anagrafe che sono conosciute dai servizi, ma a questi numeri occorre aggiungere i tanti invisibili che si aggirano per la città senza documenti e che non si rivolgono ai servizi.
Guardare oltre i numeri e vuole dire guardare alle persone; ogni povertà infatti è diversa dall’altra, è multidimensionale e complessa, e soprattutto ogni povertà è collegata ad un’altra: abitativa, sanitaria, relazionale ed educativa. Abbandono, violenze, relazioni interpersonali basate sulla sfiducia, problemi di salute mentale, abuso di sostanze psicotrope o alcooliche, mancanza di lavoro e disaffiliazione sociale, rappresentano le cause principali che portano a vivere in strada.
Proprio per questo oltre a cercare soluzioni che tendono a creare forme di sostegno tramite l’attivazione di servizi, diretti a soddisfare i bisogni immediati e più urgenti occorre lavorare anche e soprattutto su progetti a lungo termine e sull’eliminazione delle cause scatenanti il vivere in strada.
L’accoglienza emergenziale risponde ad esigenze temporanee ma deve prevedere una serie di elementi fondamentali utili a non contribuire alla cronicizzazione della condizione di emarginazione sociale. Tanto più che non si può più parlare di emergenza e piani emergenziali, riferendosi solo ai mesi più freddi. Un dato significativo: nel 2022 le morti nei mesi estivi sono state 109 a fronte di 86 nei mesi invernali.
L’approccio da privilegiare è dunque quello globale e multidimensionale, capace di unire i servizi di urgenza con l’integrazione sociale e la prevenzione del fenomeno, in grado di comprendere integrazione abitativa, sanitaria, sociale, occupazionale, formativa ed educativa.
Per questo invitiamo la politica, le associazioni, i cittadini ad un dialogo e ad un confronto che ha l’ambizione di gettare le basi per una riflessione che porti alla ricerca di soluzioni che prevedano un approccio nuovo e multidimensionale, mirato a risolvere il problema e non solo a gestire l’emergenza.
Risulta allora fondamentale programmare dei percorsi di uscita dalla povertà estrema e dall’emarginazione, in un continuum che comprenda la riduzione del danno, la bassa soglia, l’accoglienza temporanea, fino a momenti più strutturati, come gruppi di appartamento, comunità alloggio, percorsi di autonomia.
Occorre collegare i Servizi di bassa soglia con quelli di livello più alto, in un approccio multidimensionale e multidisciplinare, mettendo in rete un modello organizzativo flessibile, modulare e personalizzato, che veda coinvolti le istituzioni, il mondo del terzo settore, le associazioni di volontariato e gli stessi beneficiari dei servizi al fine di renderli protagonisti e promotori loro stessi di senso e di futuro.