Sul sito di informazione e di discussione di Alessandria Alessandria Today Italia News Media è comparso un intervento di DemoS Alessandria sulla visita di Papa Francesco al carcere di Rebibbia.



Il Papa ha aperto la Porta Santa del Giubileo anche al carcere romano di Rebibbia, un atto che impegna tutti noi ad affrontare il tema delle detenzioni nella piena convinzione che la pena è privazione della libertà non della dignità.

La Chiesa cattolica fra le opere di misericordia annovera la visita ai detenuti. Il Papa degli ultimi e delle periferie, con il suo stile, ha così lanciato un messaggio forte per un’amnistia. Nel 2002 era stato il Santo Padre Karol Wojtyla, a chiedere un atto di clemenza per i detenuti.

Il gesto di Papa Francesco arriva al termine di un anno orribile per i penitenziari italiani con 88 detenuti che si sono tolti la vita. I problemi sono sempre gli stessi: sovraffollamento, anche a causa di soggetti psichiatrici incompatibili con il carcere, strutture fatiscenti, assenza pressoché totale di attività che dovrebbero, come recita la Costituzione, favorire il reinserimento nella società del condannato.

In questa situazione anche il ritorno in libertà è vissuto con angoscia, soprattutto da chi non ha reti familiari e sociali. Una condizione in cui si perde la speranza. Ci auguriamo che la politica sappia ascoltare l’appello di Papa Francesco e che il 2025 possa essere un anno in cui si realizzino riforme che guardino ai principi costituzionali di una pena che sia dignitosa, umana e che guardi alla reintegrazione sociale di chi è in carcere.

È fondamentale che sia la politica a promuovere un’attenta analisi della situazione carceraria. Chiediamo un atto di buon governo sottolineando l’urgenza di un ampio dibattito parlamentare che possa arrivare a trovare soluzioni concrete per porre fine con immediatezza a tale violazione di legalità.

Anche il Segretario generale del Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria (Sappe), Donato Capece, ha più volte chiesto al Governo di emettere provvedimenti di clemenza, ma soprattutto provvedimenti che vadano a deflazionare. In Italia, infatti, abbiamo tanti, troppi detenuti in carcere, circa 10 mila che hanno una pena minima, definitiva da scontare al di sotto di un anno.

Da mesi giungono le sollecitazioni del nostro Segretario nazionale e deputato Paolo Ciani, Vicecapogruppo del Pd-Idp alla Camera: “Il Santo Padre non dimentica i detenuti ed esorta tutti i fedeli del mondo a volgere lo sguardo anche verso quella parte di umanità che pochi vogliono vedere. Dinanzi al dramma che vivono le carceri italiane – sovraffollamento, poco personale e che quest’anno hanno visto il massimo dei suicidi mai accaduti – penso sia necessario riflettere sulla possibilità di realizzare misure deflattive per migliorare la vita dell’intero universo carcere”.

È evidente che sulle soluzioni Papa Francesco c’è, lo Stato ossia governo e Parlamento no. Di fronte a sovraffollamento e suicidi record, negazione del senso costituzionale della pena, il Governo Meloni sinora non ha fatto altro che aggravare la situazione con la continua e compulsiva invenzione di nuovi reati e aumenti di pena mentre si vagheggia di fantomatici piani di edilizia che rivelano solo l’incapacità di guardare in faccia una realtà insopportabile e inumana.

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