Elena Apollonio intervistata sulla nomina del nuovo Assessore alla sicurezza
Diego Molino,
giornalista de
La Stampa
ha intervistato
Elena Apollonio
sulla nomina del tenente colonnello dei Carabinieri
Marco Porcedda
a assessore alla Sicurezza e ai Vigili Urbani del Comune di Torino.
Elena Apollonio, capogruppo di Demos tra le forze di maggioranza in consiglio comunale, come giudica l’arrivo di un militare nella giunta?
«Non comprendo le ragioni di questa scelta da parte del sindaco e non la appoggio, visto che non è stata condivisa in nessun modo con la maggioranza. La formazione della giunta è una sua competenza e può decidere cosa vuole, ma è mancato un confronto preventivo».
L’ha sorpresa?
«Mi sarei aspettata una figura tecnica, ma in questo caso si è andati ben oltre. Scegliere un militare non è sicuramente una decisione neutrale».
Cosa la preoccupa?
«Innanzitutto io declinerei il tema della sicurezza sul piano della convivenza urbana, perché anche le parole hanno il loro peso. Mi auguro che una figura militare possa avere quella sensibilità sociale verso l’accoglienza e il dialogo, ma anche la capacità di mediare le situazioni conflittuali che si verificano normalmente in una grande città come la nostra».
È stata una decisione presa in autonomia dal sindaco.
«Ed è questo che mi lascia molto perplessa, perché non ci è stato spiegato né comunicato nulla, se non a giochi ormai fatti. Ora mi auguro che ci sarà presto un confronto dentro la maggioranza, possibilmente entro domani prima del consiglio». Cosa succede adesso? «Faremo la nostra parte di politici».
Cioè?
«Il consiglio comunale ha poteri di indirizzo e di controllo verso l’operato di tutta la giunta, sono prerogative che abbiamo e che vogliamo esercitare. Anche se spero che non ci sarà bisogno di arrivare a duri scontri».
Ci sono problemi di sicurezza così gravi a Torino?
«Di certo non sottovaluto i problemi che patiscono le periferie fragili, soprattutto quelle della zona nord di corso Giulio Cesare. Ma stiamo parlando di aree della città che sono già particolarmente monitorate con la presenza dell’esercito».
Teme un approccio più muscolare su alcune tematiche?
«Di sicuro quello muscolare è un tipo di approccio che a me non piace e spero che non sarà questo l’atteggiamento del nuovo assessore in giunta. Sia chiaro, non penso si debba essere accoglienti verso chi delinque, ma non credo che un militare sia la figura più adatta per affrontare questo tipo di problematiche».
Perché?
«Non penso si possa caricare i vigili urbani anche di quei compiti che sono propri delle forze dell’ordine. E spero fortemente che non succeda».
Dunque boccia la scelta del sindaco?
«Di sicuro non la capisco. Ora aspettiamo di capire qual è l’impostazione che si vorrà dare al lavoro del nuovo assessore e poi valuteremo».
Avrebbe preferito un’altra donna in giunta?
«Prima con Gianna Pentenero nella squadra di assessori c’era un perfetto equilibrio di genere di cui andavamo anche fieri. Adesso invece la giunta è un po’ sbilanciata verso la componente maschile e questo mi dispiace».
Elena Apollonio, capogruppo di Demos tra le forze di maggioranza in consiglio comunale, come giudica l’arrivo di un militare nella giunta?
«Non comprendo le ragioni di questa scelta da parte del sindaco e non la appoggio, visto che non è stata condivisa in nessun modo con la maggioranza. La formazione della giunta è una sua competenza e può decidere cosa vuole, ma è mancato un confronto preventivo».
L’ha sorpresa?
«Mi sarei aspettata una figura tecnica, ma in questo caso si è andati ben oltre. Scegliere un militare non è sicuramente una decisione neutrale».
Cosa la preoccupa?
«Innanzitutto io declinerei il tema della sicurezza sul piano della convivenza urbana, perché anche le parole hanno il loro peso. Mi auguro che una figura militare possa avere quella sensibilità sociale verso l’accoglienza e il dialogo, ma anche la capacità di mediare le situazioni conflittuali che si verificano normalmente in una grande città come la nostra».
È stata una decisione presa in autonomia dal sindaco.
«Ed è questo che mi lascia molto perplessa, perché non ci è stato spiegato né comunicato nulla, se non a giochi ormai fatti. Ora mi auguro che ci sarà presto un confronto dentro la maggioranza, possibilmente entro domani prima del consiglio». Cosa succede adesso? «Faremo la nostra parte di politici».
Cioè?
«Il consiglio comunale ha poteri di indirizzo e di controllo verso l’operato di tutta la giunta, sono prerogative che abbiamo e che vogliamo esercitare. Anche se spero che non ci sarà bisogno di arrivare a duri scontri».
Ci sono problemi di sicurezza così gravi a Torino?
«Di certo non sottovaluto i problemi che patiscono le periferie fragili, soprattutto quelle della zona nord di corso Giulio Cesare. Ma stiamo parlando di aree della città che sono già particolarmente monitorate con la presenza dell’esercito».
Teme un approccio più muscolare su alcune tematiche?
«Di sicuro quello muscolare è un tipo di approccio che a me non piace e spero che non sarà questo l’atteggiamento del nuovo assessore in giunta. Sia chiaro, non penso si debba essere accoglienti verso chi delinque, ma non credo che un militare sia la figura più adatta per affrontare questo tipo di problematiche».
Perché?
«Non penso si possa caricare i vigili urbani anche di quei compiti che sono propri delle forze dell’ordine. E spero fortemente che non succeda».
Dunque boccia la scelta del sindaco?
«Di sicuro non la capisco. Ora aspettiamo di capire qual è l’impostazione che si vorrà dare al lavoro del nuovo assessore e poi valuteremo».
Avrebbe preferito un’altra donna in giunta?
«Prima con Gianna Pentenero nella squadra di assessori c’era un perfetto equilibrio di genere di cui andavamo anche fieri. Adesso invece la giunta è un po’ sbilanciata verso la componente maschile e questo mi dispiace».