Nel corso della seduta del Consiglio Comunale del 28 marzo 2022, la consigliera Elena Apollonio è intervenuta sul Bilancio Preventivo del Comune di Torino.

Qui di seguito trovate il testo dell’intervento


Il gruppo Lista civica ha sottoscritto la mozione presentata dalla capogruppo Conticelli insieme agli altri gruppi consiliari. Non ripeterò dunque le considerazioni già illustrate dalla capogruppo Conticelli.

Desidero in primo luogo ringraziare il Sindaco e la giunta, in particolare l’assessora Nardelli, per il lavoro fatto e sottolineare che con questo primo bilancio votato dalla nuova consiliatura abbiamo evitato il dissesto, abbiamo scelto di non dismettere quote di partecipazione pubblica, siamo riusciti ad accedere a un fondo che porterà alla nostra città 1 miliardo dì euro nei prossimi 20 anni, è in atto un lavoro dì rinegoziazione dei mutui che dovrebbe consentire dì liberare risorse per la spesa corrente.

E’ stato fatto un notevole lavoro sui fondì PNRR, che rappresenteranno ulteriori risorse utili a finanziare interventi per manutenzioni e libereranno ulteriori risorse per la spesa corrente. Senza riprendere tutte le considerazioni delle consigliere di maggioranza che mi hanno preceduto che come gruppo condividiamo, desidero evidenziare che, a fronte delle maggiori risorse e anche dei maggiori sacrifici chiesti con l’aumento dell’Irpef, al fine di conseguire i due obiettivi fondamentali della ripartenza economica e della ricucitura sociale, sarà fondamentale esprimere forti progettualità capaci di intervenire in aree di sofferenza o di sottorappresentazione sociale.

La situazione attuale è quella di una città duramente provata da più cicli di crisi economica e, oggi, dalla crisi pandemica, che hanno scavato profonde sacche di disagio, aumentato sensibilmente i tassi di povertà e di incertezza economica e acuito le disuguaglianze anche a livello territoriale, con aree periferiche (soprattutto in Torino nord) marcatamente più colpite di altre.

Tra di esse, è riemerso il problema della disparità tra i generi che si è tradotto in un incremento più marcato della disoccupazione femminile nell’arco della pandemia.

La crisi è anche crisi di fiducia e di adesione civica: nelle elezioni amministrative di ottobre 2021 l’astensionismo ha raggiunto proporzioni mai registrate in precedenza e meno di un/a cittadino/a elettore/rice su due ha mostrato interesse per la formazione del governo della città.

Occorre dunque rimettere la cittadinanza al centro, con una visione che, oltre che sui servizi propriamente sociali e assistenziali, investa sulle forme della partecipazione civica e dell’ascolto della cittadinanza, veri veicoli di sostenibilità nel tempo per le politiche cittadine.

Rimettere al centro i “diritti” di cittadinanza, in altre parole, significa anche investire in progetti di capacitazione della cittadinanza, di cui una città provata com’è oggi Torino ha reale e urgente bisogno.

Data l’estrema rapidità imposta ai processi progettuali e realizzativi delle azioni finanziate, sara’ quindi necessario non correre il rischio dì mancare  l’occasione di una reale attivazione di processi di cittadinanza, del coinvolgimento attivo dei territori, dell’attivazione di nuove prassi nella comunicazione con i cittadini. Fondamentale sarà dunque attivare modalità di ascolto e di partecipazione, monitorare e sostenere quelle esistenti, sostenere i processi di inclusione.

A fronte della crisi in atto ci sembra il primo passo visibile verso un modello che definiremmo quello di una “Città della cura”, intendendo l’espressione in chiave non meramente assistenziale dove infatti per “cura” intendiamo relazione, percepibile, attiva e reciproca, che è il contrario della distanza e del distacco.

Oltre al risanamento finanziario sarà dunque necessario rendere Torino una “Città-che-cura”, e che “accoglie”. Perché una città che sa accogliere e curare è anche una città più attrattiva e competitiva.

Lavoriamo quindi per una città in cui ci si prende cura del bene comune, in una collaborazione attiva tra istituzioni e organizzazioni sociali non soltanto con i soggetti aggregati (associazionismo, terzo settore, imprese) ma anche con i singoli cittadini, moltiplicando spazi di trasparenza,

Se sapremo fare anche questo riusciremo a fare davvero dì Torino la città inclusiva,plurale, sostenibile, europea per cui noi tutte e tutti ci siamo impegnati e che vogliamo consegnare alle generazioni future.

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