Per la terza volta in pochi mesi la Lega Nord per Salvini paralizza l’attività del Consiglio Regionale nel tentativo di imporre la sua legge che concede ampie liberalizzazioni al gioco d’azzardo e abolisce la legge regionale voluta dalla precedente giunta Chiamparino. Il momento è il più inopportuno che si possa immaginare, visto che la pandemia ha impoverito e reso più fragili molte famiglie e molti individui, che potrebbero trovare nel gioco uno sbocco illusorio ma sempre controproducente alla mancanza di risorse economiche. Al gioco d’azzardo di perde, e dopo aver perso si continua a perdere insistendo nell’illusione di recuperare le perdite precedenti.
Sindaci di numerosi comuni piemontesi anche di centro destra, organizzazioni per il contrasto della ludopatia, la Chiesa torinese e regionale si sono espressi contro la legge proposta dalla Lega, ma senza alcun risultato. E’ venuto meno anche il pretesto della tutela dell’occupazione nel settore dei giochi usato dalla Lega per giustificare la legge, visto che lo IRES, l’ente di studi sociali della Regione Piemonte, ha analizzato il preteso impatto negativo sull’occupazione nello stesso settore dei giochi della legge Chiamparino e ha concluso che la legge Chiamparino non ha portato a una diminuzione dell’occupazione. In compenso, sempre secondo IRES, centinaia di persone sono guarite dalla ludopatia anche grazie ad essa.
Tutto ciò non importa alla Lega, che privilegia ancora una volta gli interessi economici e i guadagni delle sue clientele agli interessi della collettività. E’ in questo non è solo, visto che il candidato sindaco del centro destra Damilano, sempre attento a non prendere posizione sui problemi reali della città, per una volta si è sbilanciato e si è detto favorevole alla legge proposta dalla Lega. Questo fa pensare che Damilano abbia una scarsa conoscenza dei problemi reali della città che si propone di amministrare o che sia molto meno autonomo dai partiti che lo sostengono di quanto lui sostiene, anche se è molto probabile che entrambe le ipotesi sopra presentate rappresentino la realtà.
Ma mentre Torino e il Piemonte perdono tempo per la testardaggine della Lega nel forzare l’approvazione di una legge dai più ritenuta insensata, il mondo non sta fermo e Stellantis sta decidendo dove costruire in Italia una delle sue gigafactory. L’Università e il Politecnico di Torino si sono unite nel presentare le competenze e le esperienze per cui Torino è la sede ideale per la gigafactory, le organizzazioni sindacali (oggi è il Mirafiori Day voluto dai sindacati) e imprenditoriali si uniscono nel proporre Torino, l’ex presidente della Regione Chiamparino e le forze del centro sinistra propongono una azione di lobbying comune delle forze politiche piemontesi a favore della scelta di Torino, ma la discussione di questo sforzo comune è impossibile, la Lega impone una agenda politica unicamente piegata agli interessi delle sue clientele.