COMUNICATO STAMPA
IN MERITO AL DISEGNO DI LEGGE REGIONALE DEL PIEMONTE
“NORME IN MATERIA DI REGOLAMENTO DEL NOMADISMO E DI CONTRASTO ALL’ABUSIVISMO”
Democrazia Solidale Piemonte ha preso visione di quanto previsto dal disegno di legge regionale dal titolo: “NORME IN MATERIA DI REGOLAMENTO DEL NOMADISMO E DI CONTRASTO ALL’ABUSIVISMO” (comunicato stampa del 28/10/2019) ed esprime viva preoccupazione sia per i contenuti che per il linguaggio del documento.
Il termine nomadismo è anacronistico, cioè non c’è alcun nomadismo da regolare.
E’ noto che i gruppi di rom e sinti presenti in Italia ed Europa non sono più “nomadi” ormai da decenni. La maggioranza di essi è stanziale ed in cerca di soluzioni abitative stabili e durature. Quello che potrebbe apparire come nomadismo, è spesso causato dai continui inutili e costosi sgomberi dei cosiddetti “campi sosta”, da parte delle autorità che non risolvono né il problema abitativo di Rom e Sinti, né quello degli altri cittadini che percepiscono e subiscono disagi da situazioni di precarietà protratte all’infinito.
L’abusivismo è legato spesso all’incapacità delle istituzioni di affrontare seriamente e senza pregiudizi la questione abitativa dei rom. Senza residenza, documenti, stabilità come accedere al lavoro, alla casa, alla formazione professionale, alla scuola? Dove questi percorsi di regolarizzazione sono stati attuati, rom e sinti vivono come gli altri cittadini e danno il loro contributo alla società come tutti.
La proposta riduce la questione a un problema di sicurezza quando è evidente che senza inclusione e integrazione non ci sarà mai sicurezza né per i rom e i sinti (basti pensare ai tanti bambini morti negli anni nei roghi dei campi…) né per i residenti.
Casa, lavoro, istruzione e salute: sono i quattro pilastri per l’inclusione delle comunità rom secondo la “strategia nazionale” di cui l’Italia si è dotata.
Su questo è necessario operare e progettare. Per queste ragioni Demos Piemonte propone di istituire un tavolo di lavoro per ascoltare il mondo delle associazioni, del volontariato, delle organizzazioni che rappresentano le comunità rom e sinti e ben conoscono la realtà, le necessità e i problemi di questa popolazione. Nessun progetto calato dall’alto potrà avere successo senza la collaborazione di tutte le realtà che da anni operano per l’inclusione e l’integrazione e senza il consenso degli interessati.
Einaudi, da Presidente della Repubblica diceva : “Conoscere per deliberare”. La società civile può aiutare a conoscere chi deve deliberare soprattutto quando si tratta di persone e non di numeri.
DEMOCRAZIA SOLIDALE PIEMONTE